Creazione del pacchetto.

Per creare un nuovo pacchetto, la prima cosa da fare è aprire il VI Package Builder [1]. Inserisci il percorso alla cartella che contiene i file sorgente [2] che vuoi compilare nella build (è importante assicurarsi che la cartella contenga anche tutti i file di livello inferiore necessari per le funzioni più astratte).
Successivamente, è possibile personalizzare il nome del pacchetto [3] e quello della compagnia che lo ha creato [4].
Selezionare Finish per completare la creazione e aprire la finestra delle impostazioni.
Build Information.

La pagina delle impostazioni offre numerose schede per personalizzare il proprio pacchetto.
Nella scheda “Build Information”, è possibile correggere eventuali errori fatti nel passo precedente inerenti al percorso della cartella dei file sorgente [1]; inoltre, è possibile specificare il percorso di una sottocartella in cui salvare le build in corso [2].
Ad ogni nuova versione compilata, sia pubblica che privata, è necessario inserire il numero di versione [3], in caso contrario, il compilatore aumenterà il numero della build, mantenendo invariati gli altri parametri.
Infine, è possibile inserire note di rilascio[4] che apparirà nella pagina di installazione del VIPM, man mano che le versioni progressive del pacchetto verranno rilasciate.
Display Information.

La scheda “Display Information” consente di personalizzare il nome del prodotto [1], il nome della compagnia [3], e l’icona del pacchetto [2].
Inoltre, è possibile aggiungere il nome del creatore del pacchetto [5], nonché una licenza di Copyright o Common Attributes [4], eventualmente inclusa nel file del contratto di licenza [6][8].
Infine, è possibile inserire un collegamento al sito web contenente il download e la documentazione del pacchetto [7].
Description.

La finestra “Description”, permette di inserire una descrizione più dettagliata delle specifiche del pacchetto, in questa casella [1] è utile documentare quali funzionalità implementa, le dipendenze di cui necessita per funzionare e se necessario, una breve guida sull’utilizzo degli strumenti che vi sono contenuti.
Palettes.

Per modificare le impostazioni delle Palette, selezionare la scheda “Palettes”, qui, è possibile creare[3] e modificare numerose configurazioni di Palette diverse[1], personalizzandole con il nome desiderato[2] o eliminandole in caso di errore[4].
È inoltre possibile assegnare una categoria personalizzata[5], tipicamente rappresentante la compagnia che sponsorizza il pacchetto, che raccoglierà al suo interno tutte le diverse Palette, creando all’occorrenza un’icona che rappresenterà l’intero set.
Per generare le Palette di funzioni di alto livello[6], ovvero il set di VI che si intende utilizzare nei progetti personali, è possibile creare le Palette all’interno della categoria personalizzata.
Insieme alla Palette delle funzioni, è possibile inserire opzionalmente la Palette dei controlli[8], tipicamente salvati come TypeDef all’interno della libreria sorgente del pacchetto; nel caso si desideri utilizzare una di queste
Palette opzionali, sarà necessario selezionare all’interno della lista di Palette di LabVIEWTM dove si desidera inserire la propria[7][9], insieme all’eventuale icona personalizzata per entrambe le opzioni.


All’interno del menu di servizio di una qualsiasi impostazione in questa scheda, si potranno visualizzare le diverse opzioni di personalizzazione[6a][6b]; l’icona e la palette potranno essere create da zero selezionando quali VI si vuole mostrare oppure autogenerarle in base ai file contenuti nella cartella sorgente impostata all’inizio.
Destinations.

Per tutte le impostazioni alle cartelle di destinazione, selezionare la scheda “Destinations”.
Qui, è possibile modificare le cartelle dove si vogliono inserire tutti i file contenuti nella libreria principale[1] e nelle palette create al passo precedente, é importante notare che se si desidera mostrare la Palette con solo specifiche funzioni, è necessario separare il luogo dove verranno mostrati i sorgenti e dove la Palette personale; nel caso di percorso personalizzato[2] le relative sottocartelle verranno autogenerate di conseguenza[3].
L’opzione di default della vi.lib tipicamente risulta la migliore scelta nei casi in cui si vuole occultare la cartella con i sorgenti e tenere a schermo solo quelle personalizzate.
È inoltre possibile suddividere i propri VI in cartelle, preservando tutte le personalizzazioni legate agli errori e alle specifiche di debug, oltre che agli esempi, gli strumenti, i template e le aggiunte all’Helper, e molte altre.
Source File Settings.

In questa scheda, è possibile impostare quali file includere nella build[2] e quali escludere dal pacchetto[1], tuttavia, è importante notare che se si escludono funzioni di basso livello contenute in quelle più alte, queste non funzioneranno correttamente.
Inoltre, è possibile selezionare in quale cartella di LabVIEWTM inserire tutti i file sorgenti e come rinominarli nella visualizzazione finale[4]; é anche possibile proteggere specifici file bloccandoli e collegandoli ad una eventuale password[3].